Parrocchia

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I Luoghi di incontro

Casa san Giuseppe

Accanto alla chiesa parrocchiale, sul lato destro, l'entrata è dalla piazzetta della Casa Parrocchiale.

Oratorio San Luigi

In via Santo Stefano n° 4/6, è dotato di tre ingressi: un cancello sulla sinistra della facciata, normalmente usato negli orari di apertura; un'entrata con porta a vetri al centro, per accedere all'Auditorium o alla Cappella; un cancello sul lato destro utilizzato solo in particolari occasioni.

Auditorium

Entrando dalla porta a vetri dell'oratorio subito a destra.

Cappella dell'oratorio

Entrando dalla porta a vetri dell'oratorio, a sinistra nell'atrio.

Villa Zendali

Sita nel cortile dell'oratorio.


Dai nostri sacerdoti

FESTA DI APERTURA DELL’ANNO ORATORIANO

Domenica 28 settembre

  • ore 11,00  messa in oratorio (non ci sarà la messa in chiesa parrocchiale)
  • ore 12,30  pranzo in oratorio per giovani e famiglie
                    nel pomeriggio: attività e giochi in oratorio
  • ore 15,00  don Simone incontrerà i genitori dei ragazzi e delle ragazze dell’iniziazione cristiana di 3a - 4a - 5a elementare in auditorium dell’oratorio
  • ore 16,30  spettacolo di magia in auditorium
  • ore 18,00  preghiera conclusiva

FESTA PATRONALE 5 - 6 ottobre

Domenica 5 ottobre

  • ore 11,00  messa solenne
  • ore 16,00  in oratorio concerto del corpo musicale “san Luigi”

Lunedì 6 ottobre

  • ore 15,00  messa al cimitero (è sospesa la messa delle ore 18 in chiesa)
  • ore 20,30  processione dall’oratorio alla chiesa parrocchiale con recita del santo Rosario
  • ore 21,00  messa con i preti nativi o che hanno svolto a Vedano il loro servizio pastorale. Canta la corale polifonica santo Stefano

mercatino in casa San Giuseppe: 4 – 5 – 6 ottobre dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19

OTTOBRE MARIANO

Sabato 1 - 18 - 25 ottobre

  • Meditazioni predicate da don Stefano Borri per comprendere meglio i misteri del santo Rosario
  • ore  8.30 recita santo Rosario alla Misericordia a seguire alle ore 9.00 messa

Leggi i mesi precedenti

  • Settembre 2025 Da don Giuliano buon futuro!

    Da don Giuliano buon futuro!

    Quando sono arrivato a Vedano nell’ottobre 2020 consegnavo a Voi le parole di un prete saggio:

    Se hai due soldi, compra con il primo un pezzo di pane e con il secondo un fiore: il pane ti farà vivere e il fiore ti aiuterà a contemplare la bellezza del vivere” (Angelo Casati).

    Anche Gesù spezzava il pane e si lasciava incantare dalla bellezza …

    Ora vi riconsegno due desideri per il mio e vostro futuro!

    Il primo: custodire il pane

    Custodire il pane significa custodire l’Eucarestia: Gesù ha sempre dato valore al pane fino a quel gesto nel quale si è consegnato a noi nell’Ultima Cena, sino a racchiudere in un piccolo pezzo di pane la “memoria” della sua vita donata a noi per il nostro futuro e la nostra felicità.
    Allora custodiamo insieme l’Eucarestia, “scuola” dell’Amore di Dio che ci insegna a spezzarlo per gli altri.
    Custodire il pane significa anche un’altra cosa.

    Nel libro più importante del Manzoni, Fra Cristoforo, regala agli sposi più famosi d’Italia, “il pane del perdono”.

    “Figlioli, voglio che abbiate un ricordo del povero Frate”. E qui levò dalla sporta una scatola d’un legno ordinario, ma tenuto e lustrato con una certa finezza cappuccinesca; e proseguì: “qui dentro c’è il resto di quel pane… il primo che ho chiesto per carità di cui avrete sentito parlare” (è il pane che il Fratello dell’uomo che il Frate ha ucciso gli donò come segno di perdono). “Lo lascio a voi altri: serbatelo, fatelo vedere ai vostri figlioli”.

    Nel nostro viaggio della vita non manchi mai il “pane dell’Eucarestia” e non manchi mai, sulla tavola delle nostre case un pane che dovremo continuare a consegnarci e a consegnare ai nostri amici: “il pane del perdono”.

    Oggi, abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza. Si, tante cose ci circondano e non riusciamo più a stupirci di niente.

    Il secondo: contemplare la bellezza di un fiore.

    Ora è tempo di riscoprire la bellezza che ci circonda. Certo mi direte, io vedo tanto brutto intorno a me. Certo!
    Ma la bellezza c’è. Il vangelo di Gesù è un continuo invito ad accorgerci della bellezza della vita.
    Riscoprire il gusto del bello! Forse è questo il segreto che il nostro Dio vuole regalarci accompagnandoci e prendendoci per mano in questi anni.

    La bellezza delle relazioni umane, degli affetti.
    La bellezza del far del bene agli altri.
    La bellezza del prendersi cura dei nostri affetti.
    La bellezza del ricevere il bene dagli altri.
    La bellezza del far bene ciò che dobbiamo fare per amore di chi ci sta attorno,
    quelli di oggi e quelli di domani.
    La bellezza del custodire la natura e le realizzazioni artistiche che ci sono state consegnate.
    La bellezza di una poesia e di un racconto.
    La bellezza del “perder tempo” per contemplare le meraviglie che Dio e la libertà degli uomini e delle donne continuano a forgiare e a realizzare.
    La bellezza della Vita.

    Buon futuro “gente di Vedano” e un saluto particolare a Voi e ai Vostri affetti!

    Don Giuliano

  • Giugno 2025 Misericordia in Festa

    Giugno
    Misericordia in Festa



    “Oggi seminerò un sorriso, affinché la gioia cresca.
    Oggi seminerò una parola di consolazione, per donare serenità.
    Oggi seminerò un gesto di amore, perché l'amore domini.
    Oggi seminerò una preghiera, affinché l'uomo sia più vicino a Dio.
    Oggi seminerò parole e gesti di verità, per vincere la menzogna.
    Oggi seminerò atti sereni, per collaborare con la pace.
    Oggi seminerò un gesto pacifico, affinché i nervi saltino meno.
    Oggi seminerò una buona lettura nel mio cuore, per la gioia del mio spirito.
    Oggi seminerò giustitizia nei miei gesti e nelle parole, affinché la verità trionfi.
    Oggi seminerò un gesto di delicatezza, affinché la bontà si espanda.”


    Sia una estate secondo i tuoi desideri.

    Ciao,
    Don Giuliano

  • Maggio 2025 Mese mariano

    Mese mariano
    Occhi di tenerezza e speranza:
    con Maria a Cana di Galilea


    IL MIRACOLO DI CANA

    Santa Maria, donna del vino nuovo quante volte sperimentiamo pure noi che il banchetto della vita languisce e la felicità si spegne.
    È il vino della festa che vien meno.
    Muoviti, allora, a compassione di noi, e ridonaci il gusto delle cose.
    Solo così le giare della nostra esistenza si riempiranno fino all'orlo di significati ultimi.
    Santa Maria, facci capire che la festa è l'ultima vocazione dell'uomo.
    Accresci le nostre riserve di coraggio.
    Raddoppia le nostre provviste d'amore.
    Alimentaci le lampade della speranza.
    Santa Maria, donna del vino nuovo, noi ti ringraziamo perché con le parole "fate quello che Egli vi dirà", tu ci sveli il misterioso segreto della giovinezza.
    E ci affidi il potere di svegliare l'aurora anche nel cuore della notte.
    Apri il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli.
    E perché possiamo essere pronti a intuirne le necessità, donaci occhi gonfi di tenerezza e di speranza.
    Gli occhi che avesti tu, quel giorno.
    A Cana di Galilea.

    (Mons. Tonino Bello)

    La preghiera composta dal vescovo Tonino ci accompagni in questo mese dedicato a Maria di Nazareth.

    • Come “Pellegrini di Speranza”, il 28 maggio, andremo a pregare al Santuario Giubilare Madonna della Corona.
    • Ci prenderemo tre lunedì sera del mese di maggio, accompagnati da Luca Frigerio, giornalista e scrittore, per riflettere insieme e continuare ad imparare, tra arte e fede, lo stile di vita di Gesù.

    Buon mese mariano a tutti e a ciascuno.
    Don Giuliano

  • Aprile 2025 Santa Pasqua


    Les disciples Pierre et Jean courant au sépulcre le matin de la Résurrection
    Eugène Burnand - 1898

    Santa Pasqua 2025

    “Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
    Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
    Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
    Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.”
    (Gv. 20,3-7)

    Il biblista Patrizio Rota Scalabrini scrive:

    “Dopo che Pietro è entrato nel sepolcro e ha visto l’inconsueta scena, vi entra anche il discepolo amato, che ha una reazione ben diversa. L’oggetto visto è il medesimo, ma il discepolo amato scorge ben più in profondità, e inizia a penetrare nel Mistero, e cioè in quella rivelazione di Dio che lì si è compiuta. Comincia allora alla fede pasquale, per cui nella morte di Gesù non si è consumato un fallimento, ma si è manifestato l’amore divino che trionfa sulla morte.

    Il discepolo amato, dunque, non si arresta davanti ai segni materiali collegati alla morte di Gesù, ma si apre allo sguardo della fede, per cui questi segni diventano indizi rimandanti ad un ‘oltre’, ad una dimensione trascendente, divina: “e vide e credette”.

    Certamente questa fede pasquale è ancora germinale e dovrà anch’essa maturare negli incontri con il Risorto, attraverso il dono dello Spirito.

    Non è allora contraddittorio con questa iniziale apertura alla fede da parte del discepolo amato quanto l’evangelista aggiunge, subito dopo, a modo di commento: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.” (Gv. 20,9).

    Il commento dell’evangelista è rivolto al proprio lettore perché diventi consapevole che un cammino di fede, una autentica maturazione, non può prescindere dall’incontro con le Scritture, in quanto testimonianza del piano salvifico di Dio. È vero che il discepolo amato comincia a costatare l’azione di Dio in quella tomba, e perciò in quella morte del Maestro, ma dovrà anch’egli superare l’ignoranza delle Scritture e giungere con esse a comprendere come la Croce non sia estranea al piano salvifico di Dio, ma faccia un’unità indissolubile con la Resurrezione.

    È chiaro, per Giovanni, che le Scritture rivelano il volto di un Dio che entra nella storia degli uomini e che si fa impotente per manifestare in modo irreversibile la sua fedeltà alla promessa. La Resurrezione di Gesù è l’atto che pone definitivamente un sigillo della fedeltà di Dio sulla vicenda del Nazareno.

    Quando il discepolo amato sarà rivestito della forza dello Spirito, nella sera di quel medesimo giorno, diventerà quello che è chiamato ad essere. Il testimone dell’amore di Cristo.”

    C'è "un'alba" nella storia di Gesù ...
    è l'alba della Resurrezione
    è l'alba dell'alleluia
    è l'alba di un amore che vince la morte
    è l'alba di una speranza rinata
    è l'alba di un Dio ritrovato come Padre ...
    Ci sono, ci saranno "albe" così
    anche nella storia di ciascuno di noi...
    E poi alziamo gli occhi al cielo, non importa
    che sia giorno o notte, che sia azzurro
    o grigio: è sempre il cielo ...
    E in questo "cielo" abita il nostro Dio!

    Buona Pasqua!!!
    Don Giuliano

  • Marzo 2025 - Quaresima


    Lavanda dei piedi
    Monastero di Hosios Loukas, Grecia

    Quaresima 2025

    Vorrei all’inizio di questa quaresima fermarmi su un particolare. Si tratta di un catino e di un asciugatoio. Gesù è a tavola coi suoi; è l’ultima cena, la cena pasquale. Seguendo la narrazione di Giovanni (cfr. Gv 13,1-20) Gesù compie un gesto rivoluzionario. Lava i piedi dei suoi discepoli. Come un servo. Egli, che è il Maestro e il Signore (cfr. Gv 13,13), si fa servo.
    Catino e asciugatoio ci conducono al centro della vita di Gesù, ci rimandano alle parole stesse del Signore: «Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45). Il primo e più immediato significato del catino e dell’asciugatoio è infatti il servizio, il dono di sé e l’umiltà.
    Nei racconti della passione troviamo un altro catino e un altro asciugatoio. È il catino usato da Pilato per lavarsi le mani durante il processo di Gesù (cfr. Mt 27,24). Esso fa da contrasto mettendo ben in evidenza l’eccellenza del gesto del Maestro. Anche Pilato chiede un catino d’acqua ma non per lavare bensì per lavarsi: per se stesso, per scagionarsi da ogni responsabilità e non esporsi. Gesù invece con quel gesto si gioca la vita.
    Ecco tocca a noi scegliere il catino giusto: quello di Gesù o quello di Pilato?
    È un itinerario personale e comunitario che quest’anno viene arricchito dalla visita pastorale del nostro Arcivescovo S.E. Mario Delpini sabato 29 marzo dalle 17.15 alle 20.30. La Sua presenza ci ricorda la presenza di Gesù Buon Pastore che indica il cammino.
    Accogliamo con gioia il cammino di quaresima e incontriamo volentieri il nostro vescovo.

    Don Giuliano


  • Gennaio 2025 - Pellegrini di speranza

    Pellegrini di speranza

    Il primo Giubileo ordinario del XXI secolo, iniziato nella notte di Natale da Papa Francesco con l’apertura della Porta Santa, ha come filo conduttore il motto “Pellegrini di speranza”. Si è aperto il Giubileo in tutte le Diocesi del mondo, perché anche coloro che non potranno andare a Roma possano trovare nei santuari “giubilari” delle diocesi l’opportunità di accogliere la grazia della conciliazione e il dono del rinnovamento del cuore e della vita.
    Giubileo, pellegrini e speranza sono le parole guida per coinvolgerci dentro il percorso.

    Il Giubileo ricorre ogni venticinque anni (cfr. Lv 25,8-12).
    Il suo valore di fondo è nel fatto che ad ogni generazione è data la possibilità di vivere un anno di grazia del Signore, un tempo di perdono per la persona, la famiglia e la società, un appello per la pace tra le nazioni, per la remissione del debito e la riconciliazione tra i popoli. Il Giubileo ha a che fare con la libertà dell’uomo. Nessun legame di dipendenza, contratto nella propria e altrui esistenza con le azioni negative, può durare per tutta la vita: a tutti deve essere proclamato un anno di grazia, di perdono e di condono.
    Nel Vangelo Gesù annuncia il giubileo per le situazioni di dipendenza, di schiavitù, di fragilità, annunciando nella prima predica di Nazareth la liberazione per tutte le condizioni oppresse e disagiate.
    Così Egli si presenta alla sua gente e al mondo (Lc 4,16-19). Ecco questo è il Giubileo cristiano: l’anno di grazia del Signore per la riconciliazione personale, familiare, sociale e per la pace fra tutte le nazioni.

    I due temi più importanti del Giubileo 2025 sono il pellegrinaggio e la speranza.
    “Il pellegrinaggio giubilare, allora, vuole essere una provocazione: andare alle sorgenti della nostra fede e della nostra cultura occidentale (ebraico cristiana e greco-romana) per cambiare vita e convertire noi stessi, riconoscendo l’altro e ritrovandoci nel diverso da noi. L’altro non è un nemico ostile e concorrente, ma un tu promettente e benefico. Solo così potremo smontare tutte le nostre paure, costruire legami forti, superare le polarizzazioni di cui vediamo ogni giorno triste spettacolo in TV, sui social, nella comunicazione pubblica. Dobbiamo dircelo con franchezza: invochiamo la pace, ma poi il nostro parlare, decidere e fare ha spesso il tratto minaccioso della paura, dell’indifferenza e dell’aggressività. Prima nelle parole, che nei fatti!” La coscienza cristiana può vivere in questo anno di grazia solo con un soprassalto di speranza. Dovremmo insieme scoprire il tratto escatologico dell’annuncio del Vangelo: noi siamo concentrati sull’immediato e le nostre speranze non riescono ad andare al di là del nostro sguardo. Siamo terribilmente ripiegati sul nostro io, versando sale sulle ferite che non lasciamo lenire dal balsamo della fraternità e dell’amore. Come ci ricorda la Prima Lettera di Pietro, siamo “stranieri e pellegrini” che devono «rendere conto della speranza che è in noi» (1Pt 3,15) in un tempo di difficile speranza. (F.G. Brambilla)

    Come si può fare ad alimentare la speranza? Che cosa possiamo sperare?
    Ecco due domande da tenere aperte lungo questo anno!
    Chiediamo al vangelo di aiutarci a dare contenuti e scelte di libertà perché possiamo essere pellegrini di speranza.

    Don Giuliano


  • Novembre - Dicembre 2024 - Avvento e Natale 2024


    Adorazione dei Pastori - Guido Reni (1642)

    Avvento e Natale 2024

    Davanti a Te!
    Davanti al Natale di Gesù di Nazareth!
    Signore eccomi davanti a te! Sono nel tuo Natale...
    Davanti alla tua capanna di luce lontana che illumina i miei passi insicuri.
    Davanti ai tuoi pastori che mi ricordano la bellezza semplice della vita.
    Davanti ai raggi della tua stella che filtrano negli occhi della mia anima e rincuorano il cammino.
    Davanti ai tuoi angeli che, fratelli e sorelle, mi parlano di te.
    Davanti a Maria, tua madre, che, come me, vive il sogno silenzioso del Dio vicino.
    Davanti a Giuseppe, tuo padre nella fedeltà, che, come me, cerca risposte nel vangelo che non abbandona.
    Davanti alle tue creature che, come me, vivono la fragilità dell'umanità.
    Davanti alla tua storia che, fuori dal tempo, vive la storia del mio tempo.
    Davanti alla tua luna splendente che, come me, vive la nostalgia della tua tenerezza.
    Si Signore, sono davanti a te! Infreddolito, incredulo, ma meravigliato che mi cerchi ancora...

    “Signore, vogliamo vivere la nostra speranza, certi della tua presenza in mezzo a noi, anche quando il dolore, l'amarezza, l'incomprensione pesano su di noi e ci sembra di essere soli.
    Vogliamo vivere nella riconoscenza, ringraziandoti del tuo amore che ha superato ogni ostacolo e ti ha portato a farti uomo per trasformare noi e renderci simili a te.
    Vogliamo vivere nella carità, che viene da te, e diventa aiuto a chi ne ha più bisogno, perché anche oggi i ciechi vedano, gli zoppi camminino, i malati vengano guariti e tutti possano godere la loro dignità di figli tuoi.
    Vogliamo vivere nella giustizia, eliminando ogni oppressione, ogni sfruttamento, ogni inganno, usando dei beni che noi possediamo in modo che tutti possano usufruirne.
    Vogliamo vivere nella gioia che tu porti al mondo e offrirla a tutti, perché tutti possano capire e sentire che la tua venuta è una grande gioia per tutta l'umanità.” (Giorgio Basadonna)
    Stare davanti al Natale di Gesù per imparare la tenerezza della Vita…

    Stare nel Natale di Gesù di Nazareth nella semplicità del desiderio di vivere speranza, riconoscenza, carità, giustizia e gioia.
    Stare davanti al Natale di Gesù Bambino, una scelta di vita, per una “Vita Buona”, nella semplicità non di una nostalgia, ma nella semplicità di uno sguardo sul futuro!



    Auguri e Buon Natale,
    il Natale di Gesù di Nazareth!

    Don Giuliano



Avvisi settimanali

Il Notiziario settimanale della Parrocchia, e viene messo a disposizione nelle chiese.


Passaparola News

Il Notiziario mensile della Parrocchia, e viene messo a disposizione nelle chiese.
Vi sono riportati gli avvisi sulle attività, gli eventi e altre notizie riguardanti argomenti diversi.


Calendario pastorale

Ultima revisione il 16 Maggio 2025

Riporta tutte le attività proposte in Parrocchia.
Viene aggiornato durante l'anno.


Brevi cenni di storia delle nostre chiese

Parrocchiale Santo Stefano

Della Chiesa Parrocchiale, che nelle sue forme attuali è della fine dell'800, ci sono notizie fino dalla metà del 500; doveva trattarsi di un edificio di piccole dimensioni, con una torre campanaria sulla destra e sullo stesso lato il cimitero.
Questo primo edificio aveva avuto nel tempo ristrutturazioni e ampliamenti; nel 1842 era stato costruito l'attuale campanile e nel 1860 il Consiglio Comunale aveva deliberato l'acquisto di un concerto di cinque nuove campane.
La Chiesa, dedicata a S. Stefano nel 1899, è decorata sulla volta della navata centrale da quattro affreschi, realizzati nel 1955 dal pittore monzese Vilasco Fiorentino.
Il ciclo di affreschi più importante e di maggior interesse culturale risale invece all'ultimo decennio del 1800 ed è opera di Luigi Tagliaferri.
Sono presenti opere pittoriche degli inizi del XVII secolo.

Per saperne di più:

⇒ Breve storia della chiesa

  Da "Vedano al Lambro - paese della Brianza" di Giuseppe Pozzi, edito a cura dell'Amministrazione Comunale di Vedano al Lambro (1984)

⇒ Una piccola galleria d'arte

  Da "Una chiesa per guardare oltre" edito a cura della Parrocchia in occasione del centenario della dedicazione della chiesa (1999)


Santuario della Madonna della Misericordia

Sull'origine del Santuario non si hanno notizie certe. La tradizione racconta che la popolazione fuggita dalle case durante una pestilenza si accampasse in mezzo ai boschi e qui chiedesse l'intercessione della Madonna, la quale comparve sopra un albero, su quel luogo fu eretto un tabernacolo.
La prima notizia storica dell'esistenza di una Cappelletta risale ad una vista pastorale del 1576 e viene confermata anche dalla vista di S. Carlo il 5 Luglio 1579.
Al suo interno sono appesi dei quadri sulle Opere di Misericordia e l'affresco sull'abside ricorda l'apparizione della Madonna alla popolazione.

Per saperne di più:

⇒ Breve storia del santuario

  Da Vedano al Lambro - paese della Brianza di Giuseppe Pozzi, edito a cura dell'Amministrazione Comunale di Vedano al Lambro (1984)

Parrocchia Santo Stefano
via della Parrocchia, 1
Vedano al Lambro - 20854 (MB) - Italia
C. F.: 94518390151
Telefono: 039492744 (con segreteria telefonica)
E-Mail: segreteria@santostefanovedano.org
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