Parrocchia
Accanto alla chiesa parrocchiale, sul lato destro, l'entrata è dalla piazzetta della Casa Parrocchiale.
In via Santo Stefano n° 4/6, è dotato di tre ingressi: un cancello sulla sinistra della facciata, normalmente usato negli orari di apertura; un'entrata con porta a vetri al centro, per accedere all'Auditorium o alla Cappella; un cancello sul lato destro utilizzato solo in particolari occasioni.
Entrando dalla porta a vetri dell'oratorio subito a destra.
Entrando dalla porta a vetri dell'oratorio, a sinistra nell'atrio.
Sita nel cortile dell'oratorio.
La “forza” della tenerezza!
C'era una volta un vecchio, così vecchio che non ricordava neppure di essere stato giovane. E forse non lo era mai stato. In tutto il tempo che era stato in vita, ancora non
aveva imparato a vivere. E, non avendo imparato a vivere, non riusciva neppure a morire.
Non aveva speranze né turbamenti; non sapeva né piangere né sorridere. Nulla esisteva al mondo che potesse addolorarlo e stupirlo. Trascorreva i suoi giorni inoperosi sulla soglia della sua capanna, guardando con occhi
indifferenti il cielo. A volte qualcuno si fermava ad interrogarlo. Così carico d'anni qual era, la gente lo credeva molto saggio e cercava di trarre qualche consiglio dalla sua secolare esperienza.
«Che cosa dobbiamo fare per conquistare la gioia?» gli chiedevano i giovani. «La gioia è un'invenzione degli stolti», rispondeva lui.
Passavano uomini dall'animo nobile, apostoli bramosi di rendersi utili: «In che modo possiamo sacrificarci, per giovare ai nostri fratelli?» gli domandavano.
«Chi si sacrifica per l'umanità è un pazzo», rispondeva il vecchio con un ghigno sinistro.
«Come possiamo indirizzare i nostri figli sulla via del bene?», domandavano i padri e le madri. «I figli sono serpi», rispondeva il vecchio. «Da essi non ci si può aspettare che morsi velenosi».
Anche gli artisti e i poeti, nella loro ingenuità, si recavano talvolta a consultare quell'uomo. «Insegnaci ad esprimere quell'anelito che abbiamo nel cuore!», gli dicevano. «Fareste meglio a tacere», sogghignava il vegliardo.
Le convinzioni malvagie di colui che non sapeva né vivere né morire, poco a poco si diffondevano nel mondo. L'Amore, la Bontà, la Poesia, investiti dal ventaccio del Pessimismo (poiché tale era il nome del Vecchio),
si appannavano e inaridivano. L'esistenza umana veniva sommersa in una gora di stagnante malinconia.
Alla fine Dio si rese conto dello sfacelo che il Pessimismo operava nel mondo, e decise di porvi riparo. «Poveretto», pensò, «scommetto che nessuno gli ha mai dato un bacio». Chiamò un bambino e gli disse:
«Va' a dare un bacio a quel povero vecchio».
Subito il bambino obbedì: mise le braccia intorno al collo del vecchio e gli scoccò un bacio sulla faccia rugosa. Il vegliardo fu molto stupito - lui che non si stupiva di niente. Difatti, nessuno mai gli aveva dato un bacio.
E così il Pessimismo aperse gli occhi alla vita, e la tenerezza ricominciò a popolare la terra.
E se avessimo anche noi bisogno, giovani, adulti, anziani di ricevere un bacio per far morire il pessimismo che è in noi e per dischiudere la nostra vita alla tenerezza del Vangelo?
Ricominciamo un nuovo anno pastorale e nel prossimo mese di marzo ci farà visita il nostro Arcivescovo Mons. Mario Delpini. Sarebbe bello se trovasse una comunità sempre più capace di gesti di tenerezza e sempre meno
capace di gesti di pessimismo. La tenerezza è il nostro futuro e il pozzo dove attingere l’acqua della tenerezza è il Vangelo che Gesù continua a mettere nel nostro cuore.
Buon settembre e buona festa patronale.
Don Giuliano
Giusto di Gand - Comunione degli apostoli
CELEBRAZIONE DELLA SOLENNITA SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO
“Prendete, questo è il mio corpo. La parola iniziale è precisa e nitida come un ordine: prendete.
Incalzante come una dichiarazione: nelle mani, nella bocca, nell'intimo tuo voglio stare, come pane.
Qui è il miracolo, il batticuore, lo scopo: prendete.
Gesù non chiede ai discepoli di adorare, contemplare, pregare quel Pane, ma chiede come prima cosa di tendere le mani, di prendere, stringere, fare proprio il suo corpo che, come il pane che mangio, si fa cellula del mio corpo, respiro, gesto, pensiero. Si trasforma in me e mi trasforma a sua somiglianza.
In quella invocazione «prendete» si esprime tutto il bisogno di Gesù Cristo di entrare in una comunione senza ostacoli, senza paure, senza secondi fini. Dio in me: il mio cuore lo assorbe, lui assorbe il mio cuore, e diventiamo una cosa sola. Lo esprime con una formula felice san Leone Magno: la nostra partecipazione al corpo e al sangue di Cristo non tende ad altro che a trasformarci in quello che riceviamo.
E allora capiamo che Dio non è venuto nel mondo con il solo obiettivo di togliere i nostri peccati, visione riduttiva, sia di Dio che dell'uomo.
Il suo progetto è molto più grande, più alto, più potente: portare cielo nella terra, Dio nell'uomo, vita immen-sa in questa vita piccola. Molto più del perdono dei peccati è venuto a dare: è venuto a dare se stesso.
Nel suo corpo Gesù ci da tutta la sua storia, di come amava, come piangeva, come gioiva, ciò che lo univa agli altri: parola, sguardo, gesto, ascolto, cuore.
Prendete questo corpo, vuol dire: fate vostro questo mio modo di stare nel mondo, anche voi braccia aperte inviate alla terra. Perché il corpo di Cristo non sta solo nell'Eucaristia, Dio si è vestito d'umanità, al punto che l'umanità intera è la carne di Dio: quello che avete fatto a uno di questi l'avete fatto a me. Il Corpo di Cristo è sull'altare dell'Eucaristia, il corpo di Cristo è sull'altare del fratello, dei poveri, piccoli, forestieri, ammalati, anziani, disabili, le persone sole, quelle colpite dal terremoto di questi giorni.
Che possiamo tutti diventare ciò che riceviamo: Corpo di Cristo. E sarà l'inizio di un umile e magnifico viaggio verso lo Sposo si è fatto sposo dell'ultimo fratello.” (Ernes Ronchi)
Vogliamo solennizzare la festa del “Corpus Domini” il sabato 1 giugno, e lo faremo anticipando la messa vigiliare alle ore 17.30. Seguirà la processione per le vie del Centro storico di Vedano e concluderemo con la benedizione solenne.
È un modo per raccontare la nostra fede dentro la città, dentro le relazioni, dentro i crocicchi delle nostre strade.
Vi aspettiamo per celebrare e per vivere il nostro essere credenti cristiani nella storia.
Don Giuliano
Resurrezione (Piero della Francesca)
Maria, Vergine del Magnificat,
aiutaci a portare la gioia nel mondo
Maria, Madre del sì, tu hai ascoltato Gesù e conosci il timbro della sua voce e il della Misericordia battito del suo cuore.
Stella del mattino, parlaci di Lui e raccontaci il tuo cammino per seguirlo nella via della fede.
Maria, che a Nazareth hai abitato con Gesù, imprimi nella nostra vita i tuoi sentimenti, la tua docilità, il tuo silenzio che ascolta e fa fiorire la Parola in scelte di vera libertà.
Maria, parlaci di Gesù, perché la freschezza della nostra fede brilli nei nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci incontra, come tu hai fatto visitando Elisabetta che nella sua vecchiaia ha gioito con te per il dono della vita.
Maria, Vergine del Magnificat, aiutaci a portare la gioia nel mondo e, come a Cana, spingi ogni giovane, impegnato nel servizio ai fratelli, a fare solo quello che Gesù dirà.
Prega perché Gesù, morto e risorto, rinasca in noi e ci trasformi in una notte piena di luce, piena di Lui.
Maria aiutaci a levare in alto lo sguardo.
Vogliamo vedere Gesù. Parlare con Lui.
Annunciare a tutti il suo amore.
Amen
Questa preghiera, composta da papa Benedetto XVI nel 2007, possa aiutarci a vivere questo mese mariano.
Comunitariamente inizieremo venerdì 3 maggio al Santuario della Misericordia e concluderemo il 29 maggio pellegrinando al Santuario della Beata Vergine della Caravina in Valsolda.
Al centro del mese mariano domenica 19 e lunedì 20 la festa del Santuario della Misericordia.
Affidiamo alle preghiere di Maria il rinnovo del Consiglio pastorale che avverrà il 25 e 26 maggio.
Buon mese mariano a tutti! Don Giuliano
Resurrezione (Piero della Francesca)
AMAMI TU SIGNORE,
E SARÀ PASQUA!
E ALLORA CORRERÒ PER AMARE,
E SARÀ PASQUA!
Lo abbiamo lasciato solo, siamo fuggiti, ci siamo scoperti fragili, senza Gesù.
Alla gola un nodo, perché smarriti, inadatti, chiusi in noi, senza ideali e senza futuro.
La tomba vuota ci ha lasciati frastornati. Poi sei venuto tu, Gesù, vivo, gioioso, luminoso, fiducioso in noi e nella bellezza del vangelo.
Non del tutto convinti, siamo tornati a pescare.
Ma ora che occhi e mani hanno visto e toccato, ora che nei cuori si è riversata consolazione, ora che ci ha invasi la gioia, scacciando tristezze, porteremo vita a chi attende la gioia della Vita!
Tu corri verso la mia Vita, Noi corriamo nella nostra Vita, lasciandoci amare da Te, per imparare ad amare!
Buona Pasqua a te ai tuoi affetti! Don Giuliano
QUARESIMA
Cercate e rischiate, cercate e rischiate!
Papa Francesco ricorda che la Quaresima “è tempo di conversione, tempo di libertà”, è tempo di agire e anche di fermarsi.
Fermarsi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano, in presenza del fratello ferito”, perché “l’amore di Dio e del prossimo è un unico amore”.
Per questo preghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento”, e aggiunge che, nella misura in cui questa Quaresima sarà di conversione, allora, l’umanità smarrita avvertirà un sussulto
di creatività: il balenare di una nuova speranza”
Infine, il Santo Padre lancia un invito a vivere il "coraggio della conversione", con un appello già rivolto ai giovani durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona:
«Cercate e rischiate, cercate e rischiate. In questo frangente storico le sfide sono enormi, gemiti dolorosi.
Stiamo vedendo una terza guerra mondiale a pezzi.
Ma abbracciamo il rischio di pensare che non siamo in un’agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all’inizio di un grande spettacolo.
Ci vuole coraggio per pensare questo».
Buona quaresima! Don Giuliano
“Bere un sorso di felicità”
Questo inizio di anno è caratterizzato da tre momenti celebrativi e da tre momenti di festa
Celebreremo
la Festa della famiglia con gli anniversari di matrimonio (27-28 gennaio),
la Giornata mondiale della Vita (3 - 4 febbraio),
la Giornata mondiale del malato (11 febbraio).
Faremo festa
Falò di sant’Antonio (17 gennaio),
Apericena di sant’Agata (3 febbraio),
Carnevale (17 febbraio)
Per i più piccoli …
Presentazione nuovi chierichetti (21 gennaio),
Prime confessioni (11 febbraio)
Celebrare, festeggiare, pensare ai piccoli
è “bere un sorso di felicità”
Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi.
Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza.
Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti.
Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide, incomprensioni e periodi di crisi.
Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado di viaggiare dentro il proprio essere.
Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia.
È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.
Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti.
È saper parlare di sé.
È aver coraggio per ascoltare un "No".
È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta.
È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono.
È aver la maturità per poter dire: "Mi sono sbagliato".
È avere il coraggio di dire: "Perdonami".
È avere la sensibilità per esprimere: "Ho bisogno di te".
È avere la capacità di dire: "Ti amo".
Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice...
Che nelle tue primavere sii amante della gioia.
Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza.
E che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo. Poiché così sarai più appassionato per la vita.
E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta.
Ma usare le lacrime per irrigare il dialogo, usare il sorriso per offrire ”un sorso di felicità”.
Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!
Ciao, don Giuliano
I pastori,
Maria di Nazareth …
e Tu!
L’evangelista Luca nel suo vangelo elenca con cura gli atteggiamenti che l’Uomo può assumere di fronte al Natale.
Parla dei pastori del “presepe”.
In loro vi è una ricerca pronta e “senza indugio”, poi lo stupore, la lode e il ringraziamento e infine il raccontare agli altri della meraviglia dell’incontro col Bambino.
Ma Luca è attento a distinguere la reazione di Maria di Nazareth.
“Maria custodiva tutte queste parole meditandole nel suo cuore”. Il suo stupore si esprime nel silenzio e nell’ascolto.
Ma il participio “meditandole” dice che non è un conservare passivo, da museo, ma è un custodire attivo, proiettato sulla Vita e sulle relazioni umane.
Ti auguro per il Natale di Gesù il desiderio di vivere gli atteggiamenti dei pastori e di Maria di fronte al presepe, la capacità, con cuore e intelligenza, di inventare gesti nuovi di umanità riconciliata, la bellezza del gustare il raggio di luce che illumina la notte dell’umanità e che indica un sentiero possibile per vivere la felicità!
Buon Natale
A te e ai tuoi affetti!
don Giuliano
don Renato
le Suore
Per favore, dimmi come è fatto Dio
"Poco dopo la nascita di suo fratello, la piccola Sofia chiese ai genitori di lasciarla sola con il neonato.
Essi si preoccuparono che come quasi tutti i bambini sui quattro anni, potesse essere gelosa e volesse scuoterlo, per cui dissero di no.
Ma Sofia non mostrava segni di gelosia.
Trattava il bambino con gentilezza e continuò a chiedere di essere lasciata sola con lui.
I genitori decisero di consentirglielo.
Esultante, Sofia andò nella camera del bambino e accostò la porta, ma rimase una fessura aperta, abbastanza da consen-tire ai curiosi genitori di vedere e ascoltare.
Videro la piccola Sofia andare tranquillamente dal fratellino, mettere il viso accanto al suo e dire con tenerezza:
“Per favore dimmi come è fatto Dio.
Perché io comincio a dimenticarmelo”.
Bellissimo. Bellissimo il sentimento tenero di questa bambina. Ma bellissimo il suo messaggio a noi adulti!
Forse è ciò di cui abbiamo bisogno noi adulti oggi!
Un Dio dimenticato, forse incompreso… sembra questo l’orizzonte dei nostri giorni.
Per questo Vi invito a riprendere il mano il Vangelo alla scoperta di Gesù di Nazareth, Lui che è il vero “Vangelo”, cioè la vera buona notizia per l’Uomo di sempre.
Per questo Vi invito a preparare il presepe perché riprendendo la meraviglia del presepe possiamo, guardando il Bambino Gesù dire anche noi
“per favore dimmi come è fatto Dio. Perché io comincio a dimenticarmelo.”
Per questo Vi invito a riscoprire il segreto del Natale di Gesù di Nazareth:
“mettere il volto vicino al volto di Gesù per riconoscere la grazia di essere amati, perché l’amore si manifesta a noi e pone la sua dimora in mezzo a noi. Vi potrà capitare di sollevare il vostro volto perché la vostra vita riceverà in pienezza il suo senso, nel segreto del vostro cuore e della vostra libertà” (Jean Marie Lustiger)
Passeremo nelle vostre case in questo mese, per ricordarVi di vivere il Natale come la bambina Sofia:
“per favore dimmi come è fatto Dio. Perché io comincio a dimenticarmelo.”
Passeremo per le vostre case e celebreremo il Natale di Gesù per ricordarci che è Lui il vero festeggiato a Natale.
È Lui il vero regalo di Natale. Questo è l’incanto della fede: noi siamo nel cuore di Dio.
Contemplate la tenerezza di Dio, di un Dio che si è fatto bambino per amore.
Custodite la tenerezza di Dio, a lungo nel vostro cuore e nella vostra vita!
Vivete la tenerezza di Dio, per la vostra felicità!
Regalate la tenerezza di Dio, per la felicità di ogni uomo e donna!
Buon Natale a tutti e a ciascuno!
Ciao, don Giuliano
La Festività di tutti i santi e il ricordo dei defunti apre il mese di novembre.
Oltre ad un “fiore” e ad un “lume” vivere la messa qualifica in modo squisitamente cristiano il ricordo dei defunti e dei santi.
Il primo novembre oltre alle messe in chiesa con orario festivo c’è la possibilità di pregare al cimitero: celebreremo la messa alle 11 davanti alla cappella del cimitero.
Il 5 novembre è la Giornata diocesana Caritas: il titolo scelto per questo anno pastorale è “Stupiti dall’umanità di Gesù”- La comune responsabilità per l’umano.
“L’umanesimo cristiano è amico del bene, di tutto il bene, del bene di tutti e con l’amore fraterno, con uno stile rispettoso e attento alle persone, con intelligenza e laboriosità sa costruire un modo di vivere che è desiderabile, una città dove è desiderabile abitare (Arcivescovo Mario).
Durante le messe faremo una raccolta straordinaria per le necessità della Caritas parrocchiale.
Concluderemo l’anno liturgico con le Giornate Eucaristiche, da venerdì 3 a domenica 5 novembre.
Staremo davanti all’Eucarestia con questa preghiera:
“Donaci occhi per vedere
le necessità e le sofferenze dei fratelli;
infondi in noi la luce della tua parola
per confortare gli affaticati e gli oppressi:
fa’ che ci impegniamo lealmente
al servizio dei poveri e dei sofferenti.
La tua Chiesa sia testimonianza viva
di verità e di libertà, di giustizia e di pace,
perché tutti gli uomini si aprano
alla speranza di un mondo nuovo”
È una preghiera bellissima che quando la recito nella Messa a nome Vostro, mi mette i brividi.
È una richiesta forte, che, se esaudita, potrebbe cambiare il volto delle nostre città, il volto delle nostre comunità cristiane, il volto dei nostri rapporti di amicizia e di buon vicinato.
Buon cammino a tutti!
Ciao, don Giuliano
Abbiamo celebrato la nostra festa patronale e ora il mese di ottobre prosegue con l’inizio dei cammini di catechesi dei ragazzi dell’Iniziazione cri- stiana con la celebrazione della Cresima che sarà celebrata da Mons. Silvano Provasi.
La formazione dei più piccoli dice l’attenzione della comunità verso una fase di crescita che ha bisogno di attenzione, ma una particolare cura necessita anche la formazione degli adulti. È sempre più bello vivere in questo periodo della storia, ma sempre più complicato e necessita “un di più” di coscienza e responsabilità. Tante domande, tanti interrogativi, tanti “non capisco”, …
Abbiamo chiesto ad un docente di teologia morale di aiutarci a porre le questioni in modo coscienzioso, per poter camminare per trovare risposte. Le serate, di lunedì ad ottobre, si incentreranno su inizio vita, identità sessuale e fine vita. Vi aspetto!
Proporremo anche dei mini concerti il sabato pomeriggio (dalle 17.15 alle 17.45) prima della Messa delle 18 per riconquistare la meraviglia della musica e del canto.
Nella seconda parte del mese di ottobre Vi ricordo la giornata missionaria mondiale. Il tema prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca (cfr 24,13-35): «Cuori ardenti, piedi in cammi- no». Quei due discepoli erano confusi e delusi, ma l’incontro con Cristo nella Parola e nel Pane spezzato accese in loro l’entusiasmo per rimettersi in cammino verso Gerusalemme e annunciare che il Signore era veramente risorto. Nel racconto evangelico, cogliamo la trasformazione
dei discepoli da alcune immagini suggestive: cuori ardenti per le Scritture spiegate da Gesù, occhi aperti nel riconoscerlo e, come culmine, piedi in cammino. Meditando su questi tre aspetti, che delineano l’itinerario dei discepoli missionari, si può rinnovare il nostro impegno per l’evangelizzazione nel mondo odierno.
Buon cammino a tutti!
don Giuliano
Il Notiziario settimanale della Parrocchia, e viene messo a disposizione nelle chiese.
Il Notiziario mensile della Parrocchia, e viene messo a disposizione nelle chiese.
Vi sono riportati gli avvisi sulle attività, gli eventi e altre notizie riguardanti argomenti diversi.
Riporta tutte le attività proposte in Parrocchia.
Viene aggiornato durante l'anno.
Della Chiesa Parrocchiale, che nelle sue forme attuali è della fine dell'800, ci sono notizie fino dalla metà del 500; doveva trattarsi di un edificio di piccole dimensioni,
con una torre campanaria sulla destra e sullo stesso lato il cimitero.
Questo primo edificio aveva avuto nel tempo ristrutturazioni e ampliamenti; nel 1842 era stato costruito l'attuale campanile e nel 1860 il Consiglio Comunale aveva deliberato l'acquisto di un concerto
di cinque nuove campane.
La Chiesa, dedicata a S. Stefano nel 1899, è decorata sulla volta della navata centrale da quattro affreschi, realizzati nel 1955 dal pittore monzese Vilasco Fiorentino.
Il ciclo di affreschi più importante e di maggior interesse culturale risale invece all'ultimo decennio del 1800 ed è opera di Luigi Tagliaferri.
Sono presenti opere pittoriche degli inizi del XVII secolo.
Per saperne di più:
Da "Vedano al Lambro - paese della Brianza" di Giuseppe Pozzi, edito a cura dell'Amministrazione Comunale di Vedano al Lambro (1984)
Da "Una chiesa per guardare oltre" edito a cura della Parrocchia in occasione del centenario della dedicazione della chiesa (1999)
Sull'origine del Santuario non si hanno notizie certe. La tradizione racconta che la popolazione fuggita dalle case durante una pestilenza si accampasse in mezzo ai boschi e qui chiedesse l'intercessione della Madonna, la quale comparve sopra un albero, su quel luogo fu eretto un tabernacolo.
La prima notizia storica dell'esistenza di una Cappelletta risale ad una vista pastorale del 1576 e viene confermata anche dalla vista di S. Carlo il 5 Luglio 1579.
Al suo interno sono appesi dei quadri sulle Opere di Misericordia e l'affresco sull'abside ricorda l'apparizione della Madonna alla popolazione.
Per saperne di più:
Da Vedano al Lambro - paese della Brianza di Giuseppe Pozzi, edito a cura dell'Amministrazione Comunale di Vedano al Lambro (1984)
Parrocchia Santo Stefano
via della Parrocchia, 1
Vedano al Lambro - 20854 (MB) - Italia
C. F.: 94518390151
Telefono: 039492744 (con segreteria telefonica)
E-Mail: segreteria@santostefanovedano.org
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